BOLOGNA -Nuovi guai per i giocatori del Bologna calcio nella vicenda dei pass auto. Dopo che Marco Di Vaio e' stato indagato per falso e truffa per aver ottenuto la cancellazione di multe grazie alla connessione della sua targa ad un pass invalidi, altri otto giocatori sono stati iscritti sul registro degli indagati per la vicenda dei permessi da residente temporaneo in centro ottenuti senza la necessaria documentazione. Si tratta di permessi che consentono di parcheggiare nella Ztl, l'area a traffico limitato, senza incorrere nelle multe. Gli indagati sono Viviano, Portanova, Mutarelli, Mudingayi, Morleo, Esposito, Moras e Paonessa (quest'ultimo passato al Cesena). Indagate anche le quattro compagne o mogli di giocatori (Portanova, Viviano, Mudingayi e Di Vaio).
L'aver usato un permesso falso (489 cp, 'uso di atto falso') viene contestato anche al capitano rossoblu', Di Vaio. Ma a questi, a differenza degli altri indagati, non e' destinatario di un'informazione di garanzia perche' il capitano l'ha gia' ricevuta per la vicenda di multe cancellate, assieme a Marilena Molinari, la 'tuttofare' disabile dei giocatori del Bologna, che lego' il suo permesso handicap alle targhe di alcuni giocatori. Quella dei permessi da residente temporaneo (tecnicamente 't7') intestati ad alcuni giocatori ma privi della documentazione necessaria e' infatti l'ultimo sviluppo, emerso a inizio mese, dell'inchiesta condotta dal Procuratore aggiunto del capoluogo emiliano Valter Giovannini. Inchiesta che aveva appunto gia' portato a scoprire che le targhe di alcuni giocatori del Bologna erano legate a permessi handicap.
Visto pero' che con la targa legata al pass invalidi si puo' accedere al centro storico ma non parcheggiare, per l'accusa i giocatori si sarebbero dotati anche del contrassegno di residente temporaneo 't7' per poterlo fare. Il 't7' infatti e' un permesso di 90 giorni che permette anche di sostare in centro, e che di solito viene concesso a chi sta per ottenere la residenza. Spulciando tra le carte la polizia municipale avrebbe pero' scoperto che le procedure per ottenere la residenza non erano corrette sotto il profilo documentale.
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